La nostra tournée in Brasile

Incontri, paesaggi, emozioni e ricordi di un itinerario tra Veneti nell’emisfero Sud (luglio 2019)

Questa è la cronaca fotografica di un’immersione nella veneticità: il percorso di un drappello di 25 persone (il Gruppo Folcloristico dei Poŝagnòt e una rappresentanza dei Mercanti Dogàli) fra chi in terra d’America non dimentica le proprie radici e si sente ancora “talian ”.

Si tratta dei discendenti dei Veneti di seconda emigrazione che negli anni ’50 e ‘60 del 1900 dal Rio Grande do Sul si sono trasferiti più a nord, nello Stato di Santa Catarina. In Rio Grande do Sul i loro antenati erano arrivati dal 1875.

L’occasione del viaggio: il primo raduno dei Gruppi folcloristici veneti in Brasile, organizzato dall’Associazione “La Serenissima”, in collaborazione con “Venetnia”.

Abbiamo portato nel Sud del Brasile i nostri canti, le nostre musiche, i nostri balli, emozionando ed emozionandoci; ma la nostra impresa non si sarebbe potuta realizzare se, accanto ai più attempati fra noi, non avesse accettato la sfida un nutrito gruppo di giovani.

Quale strano sentimento ci prendeva nel comunicare attraverso una parlata comune, noi con il nostro dialetto e loro col “talian”, una neolingua a base veneta infarcita di forme ed espressioni lusitane! E riuscire a capirci perfettamente non solo con i più anziani, ma anche con molti ragazzi, quelli che, specialmente con i nonni, usano abitualmente la lingua della terra d’origine!

Noi e loro riscoprivamo qualcosa che ci rimandava alle antiche abitudini, alle tradizioni, alle comuni radici dei nostri padri, dei nonni, dei bisnonni e giù giù lungo le generazioni.

Gli incontri e gli spettacoli si sono svolti soprattutto in paesi di poche migliaia di abitanti, cosicché abbiamo scoperto che, dove si sono formate piccole comunità agricole lontane dai grossi centri urbani, si sono riproposte in terra d’America le caratteristiche dei borghi nostrani, con gente orgogliosa di essere veneta e di usare èl talian. Orgogliosa dell’essere veneta anche nella voglia di lavorare, nel mantenere gli antichi cibi o nella pratica della religiosità popolare. Si pensi che ogni comunità s’è portata dall’Italia le sue devozioni e i suoi santi preferiti: la Madonna della salute, la Madonna di Caravaggio, san Rocco, san Michele…

Anche la natura ha dato una mano a conservare certi usi di origine nostrana. Qui infatti il clima è temperato, non molto dissimile dal nostro, pur con le stagioni a rovescio rispetto a noi. Così i tenaci contadini, partiti con tanta fame e molta voglia di lavorare, han portato nel nuovo mondo anche le loro coltivazioni tradizionali (la vite, il radicchio o il frumento) e gli allevamenti preferiti: quello dei bovini con la lavorazione del latte o quello del maiale, per esempio. Non hanno però disdegnato di mescolare la gastronomia di origine veneta con quella sudamericana: accanto ai nostri cibi e alle nostre bevande tradizionali (vino e grappa in particolare), c’hanno messo il churrasco, la manioca, i fagioli neri, èl simaron di erba mate (chimarrão) e la caciaça.

Vale la pena di sottolineare il singolare percorso del mais: arrivato dal Centro America dopo la scoperta di Colombo, in America è tornato con i nostri emigrati contadini, continuando ad essere, con la polenta, l’alimento base per decenni. Come diceva quel talian: in passà el magnar dei migranti taliani gera polenta e radici e polenta e tôcio. Ma ora anche tra di loro non è più così, talché aggiungeva un altro: in passà sol che i poareti magnéa polenta; ancô anca i sióri i la magna de gusto.

Dalla singolare mescolanza di tradizioni italiche con quelle di altre etnie s’è formata la nuova identità dei Brasiliani del Sud, una realtà vivace e dinamica, che non dimentica le radici, ma guarda al futuro, perché – lo si sa – lo sguardo rivolto solo al passato consola, ma non costruisce.

Con tanta saudade (nostalgia) ricordiamo il nostro viaggio e con ansia attendiamo di incontrare nel 2020 in Italia una rappresentanza dal Brasile di amici e cultori del nostro comune folclore.

Daniele Cunial

ALCUNI DATI

STATO DI SANTA CATERINA:
Superficie: 95 354 km2
Abitanti: 6.727.000, di cui l’80 % di origine italiana o germanica.
Densità : 66 ab. per Km2
Confini: Est: Oceano Atlantico; Ovest: Argentina; Nord: Paranà; Sud: Rio Grande do Sul.

L’ITINERARIO: 01 – 15 luglio 2019
Dopo la sosta a Foz do Iguazù (Paranà), ingresso nello Stato di Santa Catarina il 3 luglio, con le seguenti tappe: 03/07, Pinhalzinho; 04/07, São Miguel do Este; 04/07, Guaraciaba: 05/07, Chapecó; 06/07, Pinhalzinho; 07/07, São lorenço do Este; 08/07, Serra Alta; 09/07, Pinheiro Preto; 10/07, Salto Veloso; 11/07, Água doce; 12/07, Treze Tìlias; 13 07, Caxambu do Sul.

Ad ogni tappa: accoglienza da parte delle autorità comunali e di una rappresentanza della popolazione, visite guidate ed esibizione finale. In totale: 12 esibizioni.

 

Intervista a Radio Tropical FM99 (Treze Tìlias, SC):

https://www.facebook.com/radiotropicalfm99/videos/1611818118949883/

 

Intervista a Radio Serra (Serra Alta, SC)

https://www.facebook.com/radioserra/videos/715059002286828/

Un pensiero su “La nostra tournée in Brasile

  1. Grazie per il reportage di un’esperienza unica e incredibile se non vissuta direttamente.
    Bravo G.franco webmaster
    Bravo Daniele per il testo
    Bravo Francesco per le foto
    Bravi anzi bravissimi tutti i protagonisti “Italiani da Italia” e Taliani del Brasile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *