Storia

Davanti alla tomba di A. CanovaIl gruppo “I Posagnòt” nasce nel 1982, anno in cui Possagno festeggia il 150° anniversario della consacrazione del Tempio , ideato e donato al suo paese da Antonio Canova (1757-1822), l’artista neoclassico.
Domenica 18 settembre, dunque, nella giornata che doveva costituire l’apice delle manifestazioni, per la prima volta venne indossato il costume che ancora oggi i “Posagnòt” usano, cioè quello che doveva essere l’abito da festa dei popolani e delle popolane all’inizio dell’800, di quelli che attorniarono Canova alla posa della prima pietra (1819) e parteciparono alla consacrazione del Tempio (1832).
Nel frattempo era maturata l’idea di valorizzare il patrimonio di canti che Gabriele Vardanega con l’aiuto di Marcello Cavarzan – entrambi alla guida del coro parrocchiale – aveva raccolto fra gli anziani di Possagno e dei paesi vicini, prima fra tutti Carolina Canova.
Così, dall’ottobre 1982, il coro del tempio, erede di una tradizione di canto sacro che risaliva almeno al 1550, comincia a dedicare parte del suo tempo a provare i canti popolari del vasto patrimonio raccolto.Il Gruppo davanti al TempioLa maggior parte dei componenti del coro accetta la sfida e, nel frattempo, vengono cooptati nel nucleo originale altri volonterosi possagnesi e, in seguito, anche dei paesi vicini, interessati alla musica e ad altri aspetti della tradizione popolare locale.
A poco a poco prende corpo e si struttura lo schema tipico di quello che sarà lo spettacolo che il gruppo presenterà: canzoni a voci scoperte, canzoni con accompagnamento dell’orchestrina, balli e presentazione in dialetto.
Sempre in dialetto locale arcaico, vengono riproposti aspetti di vita tradizionale, di cui il pezzo forte è “Jovanìn e Taresina”, una storia d’amore e di emigrazione che si è andata sviluppando da un piccolo nucleo iniziale.
Dovendo dare un nome al gruppo, la scelta è caduta su “I Posagnòt” (da leggersi con la “s” sorda e non doppia e con la “ò” finale aperta), che indicava e indica nella parlata locale gli abitanti di “Posàgn” o Possagno.
Con l’inizio del nuovo anno (1983) il gruppo è pronto per le prime uscite – una ventina all’anno in media – in varie località del Trevigiano e del Veneto: feste popolari, sagre e, in generale, occasioni d’incontro dove è sentita la proposta della tradizione popolare.Il Gruppo in AustraliaNella primavera dello stesso 1983, il gruppo viene scelto per accompagnare la delegazione della Comunità Montana del Grappa che si reca in Australia per realizzare il gemellaggio con Griffith, città del Nuovo Galles del Sud, con un consistente nucleo di famiglie originarie dai nostri paesi.
E’ il primo viaggio all’estero ed è anche l’occasione per entrare in contatto – attraverso una tournèe in varie città del N.S.W. e del Victoria – con l’emigrazione veneta e italiana.
E l’uscita all’estero diventa una tradizione pressoché annuale per il gruppo.
Ne sono occasione ancora gli incontri con i nostri emigranti in Svizzera (Basilea 1986 e 1993, Bielle 1988), in Belgio (Liegi 1986), in Brasile (1997 e 2001), in Canada (1999); oppure gli scambi con altri cori o gruppi: in Francia (ospiti del gruppo “L’eveil musical” di Bressol, 1987), in Austria (gruppo corale di Knittelfeld, 1987).
All’estero “I Posagnòt” partecipano a varie rassegne internazionali del folclore: in Germania (Scheessel 1985, 1988, 1995 e 2005, Heppenheim 1997), Olanda (Enschede 1986 e 2009), Ungheria (Szekszard 1990, Székesfehérvar 2003), Spagna (Gijon 1991), Cecoslovacchia (Zlin 1992 e 2001), Francia (Roussay 1993, Chateaux sur Allier 2000), Croazia (Slano 2004), Romania (Caransebes 2006), Grecia (Neo Kallikratia 2007), Portogallo(Granja do Ulmeiro 2012).
In Italia partecipano alle rassegne di Termoli (1996), Marsciano (1999) e Putifigari(2011).

Certamente una delle esperienze che più ha segnato la vita del gruppo è il viaggio in Brasile, con l’incontro con quelle comunità che negli stati del Rio Grande do Sul, S.Caterina e Paranà hanno piantato le loro radici negli ultimi decenni dell’800; comunità che – soprattutto nelle zone rurali – hanno conservato lingua – el taliàn – e tradizioni venete.Il Gruppo in Brasile
Normalmente nelle uscite all’estero e in quelle di più giorni i membri del gruppo sono ospitati nelle famiglie e ricambiano l’ospitalità, intessendo una trama di rapporti personali e familiari molto importanti e aprendo nel contempo al paese e alla zona l’opportunità di assistere a incontri e spettacoli di folclore nazionale e internazionale.
Del resto la passione per il luogo e le sue tradizioni ha tenuto il gruppo sempre in stretto contatto con la comunità locale, collaborando a varie iniziative di valorizzazione di quanto offre l’ambiente o prendendosi direttamente carico di iniziative culturali.
Così è stato promotore della ripresa della sagra di S. Bartolomeo (S.Bortol), prendendo l’iniziativa del restauro dell’omonima chiesetta e delle altre costruzioni d’uso collettivo (forno, pozzo); ha animato le sagre di S.Rocco, di S. Francesco e S. Giustina.
In quest’ottica si inseriscono la sistemazione, curata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, della fontana e del capitello in contrada Sofratta e della Piazzetta Pio X, nei pressi del Tempio; oppure i restauri di tele presenti nelle chiesette di S. Bortolo in contrada Vardanega (1995), di S. Giacomo in contrada Pastega (1995) e della Madonna della Neve in contrada Cunial (1996).
Da ricordare inoltre la riproposta di un’attività tipica di Possagno: lo stampaggio dei laterizi sul piazzale del Tempio nel 1992 (“far cop a man”), ripetuta in tono minore l’anno successivo a margine di un incontro sulla parlata locale, realizzato in collaborazione con l’Istituto di Glottologia dell’Università di Padova.
Un’importante collaborazione è, fra le tante, quella in occasione della festa inaugurale del restaurato organo del Tempio (1993).
Nel 1990 il gruppo si è costituito legalmente e si è dato uno statuto che regola le sue attività e che prevede i seguenti organi: l’Assemblea – costituita da tutti gli iscritti – e un direttivo a durata triennale di cui fa parte il presidente, carica attualmente ricoperta da Adriano Cunial.

Il gruppo si è sempre tenuto in stretto contatto con “I Belumàt”; la collaborazione con questo “duo” ha dato modo a “I Posagnòt” di partecipare a varie trasmissioni su Antenna 3 e a vari incontri e iniziative culturali, di cui la più significativa è la fondazione nel 1998 dell’associazione “Soraimar”, con lo scopo di valorizzare – sopra, al di là dei mari, appunto – le realtà collegate con l’emigrazione veneta negli altri continenti, in particolare con il Brasile.
Ma l’attività fondamentale del gruppo resta sempre quella di documentare e riproporre il patrimonio corale del territorio; in quest’ottica ha registrato dieci audiocassette (cassetta verde 1983, azzurra 1984, rossa 1987, gialla 1988, rosa 1990, oro1992 -X° anniversario della fondazione – arancione 1995 e le ultime tre nel 1998).

Costume tipicoNel frattempo è continuata la ricerca sul costume indossato dai membri del gruppo, ad opera di Marcello Cavarzan, attraverso un serio lavoro d’archivio su documenti trevigiani e feltrino-bellunesi.
Per i maschi è essenzialmente costituito da cappello (capèl), fazzoletto al collo (fazhoét), camicia senza colletto (camisa), panciotto (crosàt), pantaloni fino al polpaccio (braghése), calze di lana a strisce o balze orizzontali (calzhe), zoccoli di legno o di cuoio con suola di legno (zhòcoi), o scarponi con suola di legno (dàlmare).
La donna portava il fazzoletto da testa (fazhoét da testa) e lo scialle (siàl, siarpòn), una camicia di cotone bianca (gabanèa, camisa), la gonna (còtola), il grembiule (traversa); ai piedi, oltre a calzature simili a quelle del maschio, ciabatte di stoffa (zhopèi, zhavate).
Da qualche anno alcuni componenti del gruppo – in particolare i suonatori – indossano un vestito da lavoro (abito da indopara).
Per i maschi si tratta di una versione dell’abbigliamento usato fino a qualche anno fa dai mungitori con un caratteristico camiciotto (camisòt da mòldar).
Per le donne si tratta di un vestito simile a quello da festa, ma con gonna, grembiule e corpetto a maniche lunghe (gabanèa), tutti in tinta grigia.

Il gruppo svolge le proprie attività presso la sede di Via Cunial,2 gentilmente concessa in uso gratuito fino al 2020 da una coppia di anziani del Paese.

La compagine, che si presenta in pubblico con uno spettacolo che valorizza l’esteso patrimonio di ricerca nel canto popolare e nelle tradizioni locali compresa la parlata arcaica, è disponibile per esibizioni e interventi culturali.